Lo scenario che stiamo vivendo in questo momento storico di profonde trasformazioni economiche, sociali, tecnologiche e culturali richiede di essere affrontato con strumenti nuovi anche dal punto di vista della consapevolezza individuale. Il cambiamento è oggi così rapido e pervasivo che non può essere paragonato a nessuna altra epoca del passato.
Secondo alcuni osservatori di questi fenomeni che stiamo vivendo, la difficoltà più grande per l’uomo di oggi è che egli non pare attrezzato per affrontare tutto questo: è come se rispondesse alle sollecitazioni che arrivano da un futuro sempre più vicino con strumenti antichi che vengono dal passato. Questo è in realtà il modo con cui abbiamo sempre affrontato le cose, ossia basandoci sull’esperienza del passato. Il problema è che oggi il passato non ci offre più delle indicazioni così utili per affrontare il nuovo, in quanto l’accelerazione globale ha messo in discussione e reso obsoleto tutto ciò che funzionava prima. Non a caso siamo la prima generazione in cui i genitori non hanno più molto da insegnare ai figli (a livello di sapere) ed in cui i figli possono avere la presunzione di saperne di più dei genitori grazie ad un più efficace accesso alla tecnologia.
Quindi come affrontare il cambiamento con strumenti nuovi?
L’uomo dal punto di vista biologico è lo stesso di 10.000 anni fa e fino a quando le biotecnologie non arriveranno (in futuro non molto lontano ormai) ad impiantare forse nel nostro corpo dei sistemi artificiali di intelligenza che possano integrare quelli acquisiti dalla nascita, dobbiamo utilizzare al meglio ciò che la natura ci ha dato in dotazione. Le difficoltà che sperimentiamo tutti i giorni nel decifrare e affrontare un mondo che cambia sotto i nostri piedi non sono un problema di hardware ma un problema di software!
Si tratta fondamentalmente di far funzionare al meglio l’hardware che abbiamo in dotazione, che è uno strumento meraviglioso e ancora in gran parte sconosciuto. Abbiamo un sistema nervoso estremamente complesso, come nessun altro organismo su questo pianeta, che è in grado di svilupparsi costantemente attraverso un processo di neurogenesi. Impariamo nuove cose, creiamo nuovi collegamenti nervosi e diventiamo persone nuove ogni giorno.
Le neuroscienze ci stanno dimostrando che questo sistema nervoso è molto più complesso e articolato di quanto non si pensasse fino a poco tempo fa. Una scoperta enorme dal punto di vista della conoscenza del nostro hardware è quella che ognuno di noi dispone di intelligenze multiple legate a reti nervose distinte ed interdipendenti tra loro, localizzate nella testa, nel cuore e nel tratto gastrointestinale. Abbiamo centri nervosi, ovvero “cervelli”, anche nel cuore e nella pancia!
Oltre ai 100 miliardi di neuroni nella nostra testa, dobbiamo tenere conto che disponiamo anche di circa 500 milioni di cellule nervose nell’intestino e altre 120mila all’interno del cuore. Questa realtà non è probabilmente né un caso e nemmeno uno scherzo della natura, ma piuttosto il risultato di un progetto evolutivo. Queste cellule nervose ci hanno permesso di svolgere importanti funzioni legate alla nostra sopravvivenza e al nostro sviluppo come specie umana ed oggi potrebbero permetterci di affrontare in modo più efficace le difficoltà e le sfide legate all’epoca che stiamo vivendo, che richiedono prospettive e strumenti nuovi.
Secondo Grant Soosalu, co-autore del libro “mBraining – Armonizzare i 3 Cervelli”, ognuno di questi tre centri nervosi si è specializzato in alcune funzioni principali: il cervello della testa ad esempio nel pensiero e nella ricerca di significato, quello del cuore nel creare legami e nel processare le emozioni, quello della pancia nella protezione della nostra identità e nella spinta all’azione. Questi tre centri svolgono i loro compiti in modo più o meno autonomo, ma essendo collegati tra loro, si scambiano continuamente informazioni in ogni istante.
Queste nuove conoscenze, ormai dimostrate anche dal punto di vista scientifico, ci permettono di aprire nuovi scenari in cui possiamo affrontare consapevolmente la realtà disponendo di risorse nuove, legate a forme diverse di intelligenza che coabitano e che si integrano (più o meno bene) dentro di noi. Per far funzionare al meglio l’hardware, come si è detto in precedenza, possiamo dunque utilizzare tutti e tre questi centri nervosi e portare in allineamento l’intelligenza cognitiva della testa, con l’intelligenza emotiva del cuore, con l’intelligenza viscerale della pancia.
Pensare con un solo cervello oggi non è più sufficiente. Usare solo la testa può essere infatti limitante in una realtà così complessa ed incerta, anche perché questo tipo di intelligenza si basa spesso sulle esperienze del passato. Usare solo il cuore del resto può essere a volte estremamente pericoloso e forse anche un po’ ingenuo. Usare solo la pancia invece può farci ritornare ad uno stato primordiale legato all’istinto di sopravvivenza.
Possiamo e dobbiamo, forse oggi più che in passato, integrare questi tre punti di vista che diventano per noi delle nuove opportunità per comprendere in modo più completo ed affidabile gli stimoli che ci arrivano ogni giorno e per agire in modo più allineato nel mondo, sia sul lavoro che nella vita personale.